giovedì 29 marzo 2012

INCONTRI DI CROCEVIA
“Prato non deve chiudersi. 
Verso una città della fraternità”.
Quarta conferenza

Il quarto incontro affronterà il tema:  
“Fraternità: un nuovo concetto di democrazia”.

Relatore: Prof. Roberto Gatti, docente di Filosofia politica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia.

SALA DEL TEATRO, PALAZZO DELLE PROFESSIONI, via Pugliesi, 26, PRATO
LUNEDI’ 2 APRILE 2012, con inizio alle ore 17,15.

Alcuni sputi di riflessione.
Da tempo si sta parlando di una vera e propria crisi della democrazia, con l’ampio declino della fiducia dei cittadini verso le istituzioni politiche e di governo, con la crescente estraneazione dai partiti, con la diffusa percezione che i decisori pubblici e in genere i politici siano corrotti, interessati al proprio tornaconto, lontani dall’idea di rispondere del proprio operato politico. In relazione a ciò, Giddens ha parlato di una sorta di paradosso, consistente “nell’attuale diffondersi [della democrazia] nel mondo e contemporaneamente nell’emergere, all’interno delle democrazie mature (che il resto del mondo dovrebbe imitare), di una delusione crescente nei confronti dei processi democratici”.
In questo contesto si pongono alcune domande per chi vuole approfondire il tema della democrazia e agire per il suo rafforzamento:
  • moltiplicare le opportunità di inclusione e di responsabilità dei soggetti sociali nei processi politici, è sempre e comunque un motore di sviluppo per la collettività?
  • perché i meccanismi della partecipazione politica restano contrassegnati da marcati effetti selettivi ed escludenti e, pur intervenendo su una domanda di uguaglianza, il concreto esercizio della partecipazione produce spesso segmenti di disuguaglianza sociale?
  • quando la rappresentazione degli interessi rafforza gruppi circoscritti di stakeholders (come nei processi di governance urbana), anche se questo processo può consolidare identità e competenze, come evitare che ciò rischi di indebolire la più ampia coesione sociale e incrementi la frammentazione?
Di fronte a questo tipo di problemi, nel governo delle collettività cresce la tendenza ad esaltare una visione elitaria ed accentratrice. Ma la qualità della vita delle persone e delle comunità che esse formano si mostra sempre più interdipendente, una qualità di vita che una configurazione di potere autoreferenziale, chiuso nelle cabine di regia, separato dai percorsi di vita della maggioranza delle persone, non è in grado di promuovere. Tanto più nel tempo della globalizzazione, dove nessuna struttura sociale e politica è, da sola, autosufficiente. Tutto ciò rafforza la domanda di nuove soggettività che avvicinino la distanza tra mondi sociali e rappresentanti, ricercando nuove modalità e strumenti con cui la società civile sia messa in grado di collaborare con maggiore efficacia e continuità ai processi decisionali della politica.
La globalizzazione e l’interdipendenza ci impongono un risvolto etico: quello che dovremmo ricercare il bene altrui come fosse il nostro. Se tale principio ha una verità fondativa cristiana determinata dal disinteresse con cui dovrei applicarlo, oggi esso presenta una drammatica evidenza. Amare il bene altrui come fosse il proprio è decisivo per il nostro stesso destino: nessuno può salvarsi da sé, è impossibile credere che la nostra piccola isola felice possa rimanere tale se tutt’attorno c’è una sofferenza diffusa.

A questo punto l’ultima domanda: può il principio dimenticato della rivoluzione, la fraternità, essere il nuovo principio che ci permetta di affrontare la rinascita della politica a partire dal comune destino degli uomini?

La domanda può essere retorica. Ci permettiamo di sostenere che non c’è democrazia senza fraternità. Oggi questo principio ideale riesce a rivitalizzare il pensiero democratico attraverso i principi dell’interdipendenza e del comune destino, i quali conducono al più ampio margine le prossimità delle relazioni umane. Introducono tale prossimità nel progetto politico, come elemento necessario e non opzionale, e sospingono verso nuovi obiettivi lo sviluppo del pensiero e della forma reale delle democrazie.


NOTIZIE SUL RELATORE
Roberto Gatti è professore ordinario di Filosofia politica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Perugia. E' stato presidente, negli anni 2005-2006, della Società italiana di Filosofia politica e attualmente dirige il periodico on line della Società (www.swif.it). Dirige anche la rivista "Cosmopolis" (ww.cosmopolisonline.it). E' membro del comitato scientifico internazionale dei Congressi di cultura europea del Centro di documentazione europea dell'Università di Navarra, del consiglio scientifico dell'Istituto nazionale di studi politici e sociali "Vittorio Bachelet" di Roma, del Comitato di direzione della rivista "Dialoghi". E' responsabile della Sezione filosofica del Dipartimento di Filosofia, Linguistica e Letteratura dell'Università di Perugia.Studioso del pensiero del personalismo di Maritaine e Mounier.

Si ringrazia il Palazzo delle Professione per la collaborazione data alla realizzazione degli incontri.